Bach e la nascita della floriterapia

Bach e la nascita della floriterapia

Bach nasce a Mosely il 24 settembre del 1886.

Il padre ha una fonderia dove Bach stesso lavora da ragazzo per circa 3 anni lì viene a contatto con la sofferenza della classe operaia, e resta colpito dagli stati d’animo che vede accompagnarsi alle malattie: paura, rabbia, depressione, scoraggiamento, scoprendosi  molto motivato a dedicare la sua vita alla lotta contro la sofferenza.

A 20 anni si iscrive alla facoltà di medicina di Birmingham, poi  a quella di Londra, dove si laurea nel 1912.

In ospedale tocca con mano come la medicina di allora non sia in grado di dare risposte definitive al problema della sofferenza. I farmaci sono invasivi, tossici, e unicamente sintomatici. Inoltre, malati molto diversi vengono curati tutti nello stesso modo

L’idea che la malattia debba essere collegata anche alla sofferenza psichica è già presente.

Nel 1917 gli viene diagnosticato un tumore maligno alla milza, già in fase di metastasi. Operato d’urgenza, viene dimesso con una prognosi di soli 3 mesi di vita.

La sua vita sembra davvero finita. Decide comunque si portare avanti il più possibile la sua ricerca, per lasciare qualcosa all’umanità, e in quei 3 mesi che ritiene di avere ancora davanti, non si cura e lavora giorno e notte, trascurando del tutto la sua salute.

Allo scadere dei 3 mesi però non solo non muore, ma non si trovano più tracce del tumore né di metastasi. Bach ritiene che sia stato l’amore per la sua ricerca a guarirlo, e si convince che la base della felicità e della vita stessa sia quella di avere una finalità, una missione de compiere.

Ha sperimentato, su se stesso, come la mente, spirituale, sia più forte del corpo, più legato all’aspetto materiale.

La sua teoria sull’importanza degli aspetti emotivi è confortata dal successo che ottiene sempre più secondo indicazioni psicologiche piuttosto che fisiche, che lo spinge a valorizzare con sempre maggiore convinzione l’aspetto mentale-emozionale.

Decide così di trovare nel regno vegetale 7 rimedi altrettanto efficaci, capaci di sostituire i vaccini da lui messi a punto come batteriologo. Trova e sperimenta varie piante, ne ricava le tinture, le confronta con i vaccini.

Ha poi un’intuizione, che lo spinge a cercare i rimedi nei fiori, la parte più evoluta e spirituale della pianta, come è la mente per l’essere umano.

Prova a dinamizzarli, ma si accorge che funzionano meglio senza dinamizzazione, e delle leggi dell’omeopatia conserva solo la dose infinitesimale.

La sperimentazione di questi dei primi 3 fiori sui pazienti dà risultati imprevedibili, capisce di aver trovato qualcosa di più di quello che cercava.

Così, un anno dopo, nel 1930, a 42 anni, la scelta radicale: vende tutto quanto possiede, lascia Londra e si ritira nel Galles per cercare i fiori mancanti. E’ ancora convinto di dover arrivare a 7 rimedi, come 7 erano i vaccini da lui sperimentati e 7 le disarmonie caratteriali principali che aveva individuato. Ma quando raggiunge il numero di 7 si accorge che non sono sufficienti, e porta il numero a 12. 

Stampa la sua prima pubblicazione sui fiori, “I Dodici Guaritori”, ma poi si accorge che non bastano ancora, e aggiunge il gruppo dei 7 Aiuti. Scopre poi la forza degli alberi, e trova 14 rimedi nei loro fiori, e poi, alla fine, ancora 5 rimedi, fino a raggiungere il numero di 38

Bach ha ora 50 anni, e la sua ricerca è finita. Divide i 38 rimedi in 7 gruppi, secondo un carattere emozionale di base, e inizia a pubblicizzare il suo nuovo sistema terapeutico: la Floriterapia.

Morirà nel sonno la notte del 27 novembre del 1936, dopo aver raccomandato ai suoi allievi di non alterare il suo metodo, perché è perfetto così come è.

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