VERGOGNA TOSSICA

Foto di Maria Prieto da Pixabay

Ero presente al tuo concepimento
Nell’adrenalina della vergogna di tua madre
Mi sentivi nel fluido del ventre di tua madre
Venni a te prima che tu potessi parlare
Prima che tu potessi capire
Prima che tu potessi sapere

Venni a te quando stavi imparando a camminare
Quando eri senza protezione ed esposto
Quando eri vulnerabile e bisognoso
Prima che tu possedessi qualsiasi protezione
Il mio nome è vergogna tossica
.

Venni a te quando eri magico
Prima che tu potessi conoscere la mia esistenza
Ho danneggiato la tua anima
Sono penetrata nel tuo cuore
Ho evocato in te la sensazione di essere pieno di difetti
Ho fatto sorgere in te sensazioni di sfiducia, bruttezza, stupidità, inferiorità, indegnità, inutilità
Ti ho fatto sentire diverso
Ti ho detto che in te c’era qualcosa di sbagliato
Ho sporcato la tua somiglianza a Dio
Il mio nome è vergogna tossica.


Esistevo prima della coscienza
Prima della colpa
Prima della moralità
Sono l’emozione principale
Sono la voce interiore che bisbiglia parole di condanna
Sono il brivido interno che ti attraversa senza alcuna preparazione mentale
Il mio nome è vergogna tossica.

Vivo nella segretezza
Dell’oscurità, della depressione e della disperazione
Riesco sempre a strisciare furtivamente su di te, a coglierti di sorpresa, a entrare dalla porta di servizio
Non invitata, non desiderata
La prima ad arrivare
Ero presente all’inizio del tempo
Con Padre Adamo, Madre Eva
Con fratello Caino
Ero presente alla torre di Babele, alla Strage degli Innocenti
Il mio nome è vergogna tossica.


Vengo da tutori «senza vergogna», dall’abbandono, dalle beffe, dall’abuso, dalle negligenze, dai sistemi perfezionisti
Sono rafforzata dall’intensità scioccante dell’ira di un genitore
Dalle osservazioni crudeli dei fratelli
Dall’umiliazione degli altri bambini
Dal brutto riflesso negli specchi
Dalle carezze sgradevoli e spaventose
Dallo schiaffo, dal pizzicotto e dallo strattone che distruggono la fiducia.
Sono intensificata da
Una cultura razzista e sessista
Dall’ipocrita condanna dei bigotti religiosi
Dalla paura delle pressioni dell’educazione
Dall’ipocrisia dei politici
Dalla vergogna multi generazionale di sistemi famigliari malati e corrotti
Il mio nome è vergogna tossica
.


Posso trasformare una donna, un ebreo, un nero, un omosessuale, un orientale, un bambino prezioso in
Una puttana, uno sporco ebreo, un negro, un finocchio, un muso giallo e un piccolo bastardo egoista
Posso provocare un dolore cronico
Un dolore che non passa
Sono il cacciatore che ti segue giorno e notte
Ogni giorno ovunque
Non ho limiti
Cerchi di nasconderti da me
Ma non puoi perché vivo dentro di te
Ti faccio sentire senza speranza
Come se non avessi via d’uscita
Il mio nome è vergogna tossica
.


Il mio dolore è così insopportabile che devi passarmi ad altri attraverso il controllo, il perfezionismo, il disprezzo, la critica, le beffe, l’invidia, il giudizio, il potere e l’ira
Il mio dolore è così intenso
Che devi coprirmi con dipendenze, regole rigide, ripetizioni di esperienze vissute e difese inconsce
Il mio dolore è così intenso
Che devi lasciarti stordire per non sentirmi più.
Ti ho convinto che me ne sono andata, che non esisto, hai sperimentato la mia assenza e il mio vuoto
Il mio nome è vergogna tossica
.


Sono l’anima della co-dipendenza
Sono la bancarotta spirituale
La logica dell’assurdo
La coazione a ripetere
Sono il crimine, la violenza, l’incesto e lo stupro
Sono il vuoto vorace che alimenta tutte le dipendenze
Sono l’insaziabilità e la lussuria
Sono Ahaverus l’Ebreo errante, l’Olandese Volante di Wagner, l’Uomo del sottosuolo di Dostoevskij, il seduttore di Kierkegaard, il Faust di Goethe
Trasformo l’«essere» nel fare e nell’avere


Uccido la tua anima e tu mi trasmetti per generazioni
Il mio nome è vergogna tossica.

( J. Bradshaw da “Come ritrovarsi” 1990 )

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