La visione spirituale del pensiero di Bach

Fiori di Bach e Cammino Spirituale 

La profondità e la sensibilità di interpretazione del pensiero di Bach mi porta a citare l’autrice del testo che propongo, la dott. Claudia Valsecchi mia insegnante di Floriterapia ad interpretazione psicodinamica alla quale sarò sempre riconoscente per avermi insegnato a comprendere la profondità e la potenzialità dei fiori sia livello psichico che spirituale.

La visione spirituale della salute e della malattia nel pensiero di Edward Bach

Il Creato, il Tutto, è sia il principio divino dell’Amore che Dio stesso, inteso come energia divina d’amore che sottostà a ogni cosa creata.

Nell’essere umano questa energia è presente come Anima, parte spirituale, che ha il compito di guidarlo, attraverso il bene, a realizzare il suo personale compito, la sua missione, in questo mondo.

L’Anima si fa conoscere e raggiungere attraverso i desideri spontanei.

L’Ego, o personalità, rappresenta invece la parte più legata all’aspetto apparente della materia. Il suo compito dovrebbe essere quello di collaborare con l’Anima per realizzare la propria missione, che fa parte del grande disegno del Divino che sottostà alla creazione.

A causa delle aggressioni e dei condizionamenti che si subiscono, la personalità può però irrigidirsi su posizioni difensive invece che evolutive, e diventare egoista. Così, invece di collaborare con l’Anima, “(…) lascia la via predisposta, per seguire ambizioni mondane o perché subisce la suggestione da parte di altri“. Questo la pone in antagonismo con l’Anima e fa allontanare l’individuo dal proprio compito.

E quando l’essere umano si abbandona ciecamente ai desideri dell’egoismo il Tutto lo respinge e si mostra inaccessibile, condannandolo così all’infelicità e alla solitudine interiori.

Infatti, in quanto scintille del Divino, noi siamo naturalmente buoni e la nostra felicità è solo quando operiamo il bene. Solo quando si impara a conoscere la voce della propria Anima e a seguirne le direttive, se ne avrà in cambio una gioia e una sicurezza interiori che daranno senso alla vita e che permetteranno di affrontarne le prove con coraggio e chiarezza.

L’Anima ha il compito di riportare la persona sulla propria autentica via. Se i suoi messaggi non vengono capiti, spesso la correzione avviene attraverso il malessere e la malattia, che costringono a riflettere sui propri errori.

La malattia è quindi sostanzialmente una disarmonia che origina anch’essa sul piano spirituale, di cui quello materiale è solo il riflesso.

E’ il risultato di un lungo conflitto che ha opposto la personalità dominata dall’Ego all’Anima, ed è anche il correttivo con cui l’Anima segnala che si è usciti dal percorso.

La malattia esprime così un vero e proprio “conflitto di interessi” tra i bisogni dell’Anima, che desidera espandersi ed evolvere, e l’Ego, che troppo spesso rimane soffocato e condizionato dalla cultura e dall’egoismo.                                                                                

La malattia segue la legge di causa ed effetto, mostrando così la natura e la profondità di questo conflitto. Essa è il messaggio che l’intero corpo-mente invia all’individuo perché capisca la disarmonia che lo sta torturando.

Ascoltando il messaggio della malattia si può individuare il conflitto che blocca l’evoluzione spirituale, tenendo imprigionata l’Anima e impedendole così di progredire nella sua missione.

Per guarire dalla malattia occorre operare soprattutto un salto qualitativo, spirituale e psicologico,  che riporti la persona sotto la guida dell’Anima. Sarà questa, una volta libera di esprimersi, a guidare verso quelle scelte che porranno di nuovo in armonia con il Tutto, e qui inizierà il processo di guarigione.

Infatti una guarigione completa e definitiva origina dalla propria interiorità, dalla stessa Anima, che con la sua bontà irradia armonia attraverso l’intera personalità“.

Se malattia e sofferenza intervengono quando non si sia riusciti a capire con altri mezzi quale sia la propria vera strada, la figura del medico diventa allora soprattutto quella di una guida spirituale, il suo compito quello di aiutare il paziente a individuare e a risolvere i termini del conflitto interiore che lo sta portando verso il malessere, possibilmente ai primi sintomi, prima ancora che questi producano una malattia vera e propria.

Il medico dovrà capire quando e perché la personalità è stata talmente spaventata da rinchiudersi in se stessa e non essere più in grado né di ascoltare i suggerimenti e i bisogni dell’Anima, né di capire i segni premonitori della malattia che si va instaurando.

Gli errori spirituali dell’Ego individuati da Bach sono l’orgoglio, la crudeltà, l’odio, l’egoismo, l‘ignoranza, l’instabilità e l’avidità. Sono 7 atteggiamenti disarmonici fondamentali, che mettono la persona in contrasto con l’armonia del Tutto, tagliandola quindi fuori anche dal flusso benefico dell’armoniosa energia creatrice che sottostà all’intera Creazione in ogni suo aspetto.

La libertà, la gioia e l’individualizzazione sono invece valori spirituali inalienabili, e chi vi attenta ne resta inesorabilmente penalizzato. Bisogna quindi evitare ogni manipolazione e ogni dominio sull’altro, che attentano alla sua gioia e alla sua libertà, e l’incertezza e la mancanza di determinazione, che impediscono invece a se stessi di individualizzarsi e di autodeterminarsi.

Il servizio viene proposto da Bach nel suo valore più alto, come consapevolezza dell’intima fratellanza tra tutti gli esseri umani e viene sfrondato da ogni sentimentalismo e da ogni falsa morale.

Non viene infatti proposto come servizio il subire o il farsi dominare e dirigere da personalità più forti o arroganti, come non è considerato servizio servire qualcuno con costrizione o per paura. Questi atteggiamenti vengono anzi considerati essi stessi attacchi all’armonia del Tutto e andranno curati con i corrispondenti fiori, per la paura, l’incertezza, l’eccessiva influenzabilità, il desiderio di dominare la vita degli altri. Tutto quello che è eccessivo o che copre una paura, esula infatti dall’Armonia. Essendo difatti la libertà un valore sacro, essa non può essere né tolta né demandata. E il servire ha valore solo come un dono gioioso che si porga all’altro in piena libertà di spirito, non come un qualcosa fatto per tornaconto, per paura, per fuggire da se stessi.

Bach considera infatti la libertà condito inalienabile della coscienza che diviene coscienza.

Fino a che non ci sia consapevolezza dei propri errori, non c’è ancora “peccato”, si vive semplicemente come si è imparato, e anche se l’Anima è soffocata dall’Ego non c’è ancora un reale conflitto. Questo inizia nel momento in cui si diventa consapevoli del proprio comportamento errato, sia pure solo per un’intuizione, un dubbio, o per una qualche riflessione su se stessi, e non si accetta di cambiare.

E’ infatti nel momento in cui si capisce di sbagliare ma non si ha il coraggio o la volontà di cambiare il pensiero e il comportamento, che inizia il vero e  profondo conflitto con l’Anima, che fa  sentire la sua voce perché non vuole più seguire una volontà contraria alla sua natura. Troppo spesso però l’egoismo non vuole più rinunciare a dominare la personalità.

La malattia origina da questa profonda e intima opposizione. Malattia ed errore indicano e significano soprattutto profonda sofferenza dell’Anima. Non vanno combattuti né condannati, poiché ogni azione violenta, per quanto sostenuta da una giusta causa, genera una resistenza, e questa è anch’essa contraria all’armonioso fluire del Tutto, che la respinge facendola tornare indietro con una sorta di effetto “boomerang“.

Chi sbaglia va solo aiutato a recuperare il contatto con la propria Anima, e sarà questa che farà cadere gli errori. Gli errori vanno come ignorati, per concentrarsi piuttosto sulle loro virtù contrarie, che, quando sviluppate, avranno il potere di dissolverli senza alcuna azione violenta.

Nella visione di Bach tutto si gioca sul piano interiore, sullo sforzo che l’individuo deve compiere per riportarsi sotto le leggi del bene e dell’armonia, rette dal valore supremo dell’Amore.

 L’Amore – scopo ultimo della vittoria su se stessi – viene così riproposto nel suo più profondo e ampio significato: quale principio primo della vita e non come semplice positività o schiavitù dai sensi.

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