Partiamo dalla parola stessa COUNSELING, o COUNSELLING, questo sostantivo origina dal verbo inglese to counsel che significa consigliare, a sua volta questo verbo risale a conseiller e counseil nel francese antico di cui l’origine, andando ancora più indietro, la ritroviamo prima nel verbo consiliare del latino medievale ed in consilium e consulere dal latino volgare con i significati di consiglio e consultare (dall’enciclopedia TRECCANI).
Di conseguenza Counseling viene spesso tradotto in “consulenza” più raramente in “consiglio”, con valide ragioni dal momento che le due condizioni differiscono proprio per il tipo di preparazione e per l’efficacia risolutiva.
Un CONSIGLIO arriva da un rapporto paritario che tende a portare suggerimenti di comportamento, diversamente una CONSULENZA viene espressa da un professionista esperto che crea insieme al cliente una strategia utile a risolvere le sue dinamiche di conflitto ed arricchire la sua crescita.
Ma ora vediamo un pò di storia…
[…] La prima attestazione dell’uso del termine counseling per indicare un’attività rivolta a problemi sociali o psicologici risale al 1908 da parte di Frank Parsons. Nel 1951 la parola counseling è usata da Carl R. Rogers per indicare una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità […]
Secondo Rollo May – uno dei padri fondatori del counseling insieme a Rogers – il counselor ha il compito di «favorire lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare eventuali problemi di personalità che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno […] il superamento del problema, la vera trasformazione, comunque, spetta solamente al cliente: il counselor può solo guidarlo, con empatia e rispetto, a ritrovare la libertà di essere se stesso».
La BACP (British Association for Counselling and Psychotherapy) fornisce la seguente definizione dell’attività di counseling: «Il counselor può indicare le opzioni di cui il cliente dispone e aiutarlo e seguire quella che sceglierà. Il counselor può aiutare il cliente a esaminare dettagliatamente le situazioni o i comportamenti che si sono rivelati problematici e trovare un punto piccolo ma cruciale da cui sia possibile originare qualche cambiamento. Qualunque approccio usi il counselor […] lo scopo fondamentale è l’autonomia del cliente: che possa fare le sue scelte, prendere le sue decisioni e porle in essere».
[…] L’attività di counseling è svolta da un professionista in grado di aiutare un interlocutore in problematiche personali e private. In base al bagaglio di abilità possedute, le competenze proprie all’attività di counseling possono essere presenti nell’attività di diverse figure professionali quali counselor, consulenti filosofici, psicologi, medici, assistenti e operatori sociali, educatori professionali.
Essa è finalizzata a «consentire ad un individuo una visione realistica di sé e dell’ambiente sociale in cui si trova ad operare, in modo da poter meglio affrontare le scelte relative alla professione, al matrimonio, alla gestione dei rapporti interpersonali, con la riduzione al minimo della conflittualità dovuta a fattori soggettivi», ed è inoltre «un’attività di competenza relazionale che utilizza mezzi comunicazionali per agevolare l’autoconoscenza di se stessi attraverso la consapevolezza e lo sviluppo ottimale delle risorse personali, per migliorare il proprio stile di vita in maniera più soddisfacente e creativo».
FONTE
https://it.wikipedia.org/wiki/Counseling
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